L’estate scorsa ho iniziato un progetto ambizioso, in realtà in continuità con gli ultimi due anni di allenamento, dove ho deciso di sfidare me stesso. Mi sono dato degli obiettivi numerici molto sfidanti per “tornare” alla mia forma atletica di quando avevo 20 anni.

Questo progetto è stato molto importante per me per due motivi:

  • Sfidare me stesso e spingermi a migliorare in maniera tangibile e misurabile, con la prospettiva di sentirmi meglio e di avere di più da dare alla mia famiglia e ai miei amici.
  • Ispirare persone a me affini nel provare a migliorare se stessi, poiché se ce l’ho fatta io, allora può farcela chiunque (nel suo modo e nel suo contesto ovviamente).

In fondo trovi il solito riassunto per i pigri, ma stavolta ti suggerisco davvero di leggere tutto. Credo sia interessante ed è alla base del perché condivido i miei contenuti.

Non voglio dire che tutti possano ottenere esattamente quello che ho ottenuto io, poiché sarebbe molto stupido banalizzare le condizioni di partenza e di contesto di ciascuno e ci sarà chi riuscirà a fare di più e chi di meno, ma di certo la mia idea è mostrare che si può adottare un approccio che, nel proprio piccolo e nei propri limiti, può aiutare ciascuno a sentirsi meglio con se stesso.

Ebbene, anche se non sono ancora arrivato all’estate, mi sento di voler chiudere il progetto con estrema soddisfazione.

E prima che qualcuno lo chieda, si ho fallito, esattamente come previsto. Non ho raggiunto i 50 piegamenti ma “solo” i 40, e neppure il mio record di panca piana. Sono tornato a calciare all’altezza della mia testa, ma solo dopo opportuno riscaldamento. Sono soddisfatto dei miei kata al punto che li porterei in gara.

Ma allora perché concludo in anticipo di un mese il progetto e lo considero soddisfacente? La risposta è che arrivare a questo punto e non raggiungere i miei obiettivi era, in fondo, il mio vero obiettivo.

Durante il mio percorso ho raggiunto il mio record di 50 piegamenti e anche molti di più, cioè ciò che mi ero prefissato, tuttavia durante il percorso ho imparato e validato ancora di più quanto la qualità del movimento sia più importante della quantità e quindi, come mostra il video, sono arrivato a farne 40 fatti bene, con un’escursione del movimento completa e controllata, invece che rimbalzata e accorciata.



Lo stesso è accaduto con le trazioni. Ero arrivato a oltre 12, in presa neutra, senza estensione completa del braccio e senza pausa in basso. Mi sono ridimensionato “scendendo” a 7-8 (a seconda della giornata) complete, scendendo fino alla completa abduzione scapolare con pausa in fondo. Tutta un’altra storia!



In poche parole, il viaggio era, sin dall’inizio, più importante della meta stessa. La mia ennesima lode al porsi degli obiettivi sfidanti.

In sostanza: oggi posso dire di sentirmi meglio di quando avevo 20 anni. Sono nella mia forma fisica migliore di sempre, come forza e resistenza. Corro più veloce e per più tempo, sollevo più peso, faccio un numero di trazioni e piegamenti nettamente superiore a quanto io abbia mai raggiunto nella mia vita.

I numeri, gli obiettivi sfidanti servono a puntare in alto, probabilmente irragionevolmente in alto. Ma questo va bene per assicurarsi di dare il massimo, con la massima disciplina, per arrivare poi al vero obiettivo: Back To 20s e oltre…

Ho raggiunto forse l’80% dei miei obiettivi numerici, ma nell’inseguirli ho raggiunto probabilmente il 120% di quanto potevo desiderare, e mi sento estremamente appagato e soddisfatto dal risultato, oltre che sentirmi pronto per il prossimo obiettivo.

Dunque, lo scopo di questo progetto, verso me stesso è stato raggiunto. Spero che raccontarlo abbia in qualche modo spinto altri a provarci.

Bisogna credere in se stessi e tenete sempre a mente che, specie nello sport, ma direi più in generale nella vita, non esiste il fallimento assoluto, ma solo un percorso di apprendimento, un viaggio, che se seguito con la giusta motivazione e disciplina, senza esasperare i propri limiti e il proprio contesto, può portarvi a essere sempre la migliore versione di voi stessi (qualunque essa sia e possa essere).

Alla fine del viaggio potrete guardarvi indietro ed essere fieri e contenti di ciò che avete fatto e ottenuto da voi stessi, e sarete pronti per intraprenderne uno nuovo.

E adesso? Spero che chi mi ha seguito o legge anche solo questo ultimo pezzo del progetto, sia pronto a creare la propria sfida personale: scegli un’età e crea obiettivi ambizioni. Sfida te stesso e datti tempo. Vedrai che i risultati non tarderanno ad arrivare.

Io intanto per la prossima sfida che farò a me stesso.

Buon percorso!

Riassunto per i pigri

Ho condiviso un mio sfidante obiettivo e i miei progressi. L’obiettivo era più sfidante di quanto probabilmente potessi raggiungere, ma questo era voluto.

La mia idea è che bisogna porsi obiettivi sfidanti ma dove il vero obiettivo non è il raggiungimento dello stesso, ma il viaggio attraverso il cui si possa imparare e costruire qualcosa che poi potrà lanciarci, con estrema soddisfazione, verso obiettivi più ancora più grandi e appaganti.

Io ho “fallito” i miei con estremo successo. Adesso tocca a te lasciarti ispirare dal viaggio di una “persona qualunque” e inseguire i tuoi.